MUSICHE E CANTI DELLA TRADIZIONE OCCITANA DELL’ALTA VALLE DI SUSA
Sabato 3 dicembre 2011, Salbertrand (TO), Sala conferenze Parco del Gran Bosco di Salbertrand
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Descrizione
Il convegno prevede vari interventi sulla musica di banda in alta Valle e sulla storia dei complessi bandistici locali, sugli strumenti musicali tradizionali e di riproposta, sulle danze e sui canti occitani locali, sulle filastrocche e canzoni dei bambini e sulla possibilità di utilizzarli per nuove proposte didattiche. La giornata sarà allietata dagli intermezzi musicali della Banda Musicale Alta Valle Susa.
Il convegno è stato l’evento inaugurale della sesta edizione di “Chantar l’Uvern, frammenti di cultura occitana e francoprovenzale”, organizzata dal Parco naturale del Gran Bosco e dall’Ecomuseo Colombano Romean, in collaborazione con la Comunità Montana Valle di Susa e Val Sangone (in qualità di capofila) e il CeSDoMeO (Centro Studi e Documentazione della Memoria Orale) di Giaglione. L’iniziativa è realizzata con il contributo della Provincia di Torino, reso possibile dalla Legge regionale 11 del 2009 sulla tutela, valorizzazione e promozione dell’originale patrimonio linguistico del Piemonte.
Informazioni aggiuntive
Al convegno sono state presentate le seguenti relazioni:
- Giorgio Jannon – Bande musicali e comunità
- Daniela Ordazzo – Viva la Musicco!
- Daria Abbà – Una Banda per una Comunità
- Dino Tron – L’evoluzione degli organici strumentali nella musica popolare occitana: una breve analisi del fenomeno
- Renato Sibille – Ora viene la volta del cantare
- Maria Baffert – N’en dansàn unë? Il ballo, linguaggio essenziale della festa nel mondo tradizionale
- Silvia Pusceddu – Musica in culla: il suono che precede la parola
- Adolfo Conrado – Dalla tradizione popolare alle nuove tecniche pedagogiche e di didattica della musica
Gli interventi sono stati inframezzati dagli intermezzi musicali eseguiti dalla Banda Musicale Alta Valle Susa. Il coffee break è stato servito con prodotti del commercio equo e solidale e a conclusione del pomeriggio è stato offerto un momento di degustazione curato dall’Associazione l’Eigo y Cuento.
Durante il convegno sono stati consegnati i riconoscimenti Patrimouanë dla Jan – Patrimonio della Collettività ArTeMuDa 2011. Il riconoscimento, nato nel 2008, è assegnato ogni anno dall’assemblea del Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale di Salbertrand a beni materiali o immateriali che siano o siano stati rilevanti per una determinata collettività del territorio di area occitana dell’alta Valle di Susa e che abbiano un forte valore simbolico nella cultura locale per la loro forza di creazione, di aggregazione, di comunicazione, di trasmissione del sapere o di memoria del senso di comunità.
Il riconoscimento di Patrimouanë dla Jan – Patrimonio della Collettività ArTeMuDa per l’anno 2011 è stato conferito alla Banda Musicale Alta Valle Susa, per il valore di aggregazione e di accompagnamento della comunità quando questa si ritrova a condividere momenti importanti dove la musica diviene linguaggio universale. Il riconoscimento è stato consegnato al Presidente Franco Capelli.
Con questo evento l’Associazione ArTeMuDa e l’Ecomuseo Colombano Romean hanno sostenuto la 5° Giornata Nazionale della Rete Italiana di Cultura Popolare, in programma il 13 dicembre 2011.
ALCUNE DELLE RISPOSTE AL QUESTIONARIO “IO SOSTENGO LA CULTURA POPOLARE PERCHE’…”, COMPILATO DAI PARTECIPANTI AL CONVEGNO:
- Senza memoria del passato non c’è futuro
- E’ anche rispetto per i nostri antenati
- E’ importante non dimenticare
- Ci rende persone più umili
- Le tradizioni riempiono il cuore e riempiono d’orgoglio
- Un individuo senza passato è un individuo senza futuro
- La cultura popolare è grande valore aggiunto all’esperienza di vita, è il sale del sapere che aiuta a progettare un futuro migliore
- Non c’è sviluppo senza radici
- Non si può agire e pensare globalmente se prima non si pensa ed agisce localmente
- La cultura popolare si è trasmessa senza circo mediatico
- Un albero senza radici non può resistere a tutte le difficoltà che deve affrontare e non può donare i suoi semi a Madre Natura. Allo stesso modo l’uomo si perde nelle avversità della vita, la sua crescita incontra difficoltà quasi insormontabili se non sente di appartenere ad una comunità ed alla sua cultura
- Non bisogna dimenticare la vita dei nostri vecchi
- E’ il più efficace strumento di socializzazione degli individui all’interno di una comunità
- In essa parla il cuore della gente
- E’ importante non perdere le radici della nostra cultura
- Diverso è bello, viva le multiculture!
- La sostengo da sempre, mi piace e fa parte del mio essere
- Perché è ricchezza, patrimonio, bellezza, poesia e aggregazione delle genti, e memoria da diffondere, difendere e coltivare.
- E’ il nostro passato
- Per non perdere le tradizioni che mantengono vive le minoranze
- Trasmettere la nostra memoria storica ci tutela dal rischio di perdere cultura e tradizioni… ci salva dell’oblio!
- E’ emozione vera, quella che ci tocca nel profondo, perché sono le mie radici, la mia identità!