“R” COME RESISTENZA
Rassegna cinematografica in Alta Valle di Susa sui temi della Resistenza
Realizzata in collaborazione con l’AMNC (Associazione Museo Nazionale del Cinema) e ANPI Sezione Chiomonte Alta Valle di Susa “Maria Teresa Gorlier e Attilia Ronsil”
II edizione: 17-25 luglio 2015
Descrizione
Nel 2014, in occasione delle commemorazioni per il 70° anniversario delle battaglie del Triplex-Col Basset e del Genevris, che videro contrapporsi le formazioni partigiane autonome al comando di Maggiorino Marcellin e le divisioni tedesche e repubblichine, l’ANPI Alta Valle Susa – Sezione di Chiomonte e l’Associazione ArTeMuDa, in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, il Consorzio Forestale Alta Valle Susa, l’Ecomuseo Colombano Romean e il Circolo Amici del Cels inaugura la rassegna cinematografica “Erre 70 in Alta Valle di Susa”.
ArTeMuDa propone una riflessione sulla Resistenza con proiezioni cinematografiche ad ingresso libero, continuando il dialogo con l’ANPI, già partner nell’organizzazione degli spettacoli Oltre l’eco (2007), il cui video ha vinto la XII edizione del Valsusa Filmfest – Memoria Storica e dal cui lavoro è nata l’omonima pubblicazione, e Ritorno (2009) spettacoli entrambi realizzati dal Laboratorio di Ricerca Teatrale di Salbertrand al Col Basset, nonché di Oltre l’Eco a Thuras (2013) in occasione della commemorazione dei caduti del Col Thuras.
La rassegna, di cui sono state realizzate sette edizioni, ha portato il cinema sui temi della Resistenza nei comuni e borgate soprattutto dell’Alta Valle di Susa, con qualche puntata in Bassa Valle di Susa.
Informazioni aggiuntive
L’apertura della seconda edizione di ERRE 70 in Alta Valle di Susa si terrà venerdì 17 luglio 2015 alle ore 21.30 nel cortile del Circolo Amici del Cels con la proiezione di Ottopunti (2014, 55′) di Danilo Monte alla presenza dell’autore. Sede proiezione: Circolo Amici del Cels – Borgata Morliere, 3 – Frazione Cels – Exilles (TO).
Sabato 18 luglio 2015 alle ore 21.30 verrà proiettato Ma l’amor mio non muore (2007, 60′) di Claudio Di Mambro, Luca Mandrile, Umberto Migliaccio alla presenza degli autori. Il film sarà preceduto dal cortometraggio Prima che scenda la notte (2014, 5′) di Anna Manzon. Sede proiezione: Sagrato chiesa parrocchiale della Madonna delle Nevi – Frazione Bousson – Cesana Torinese.
Il suggestivo spazio di Thures (Cesana Torinese), ospiterà domenica 19 luglio 2015 alle ore 21.30 la doppia proiezione di Prima che scenda la notte (2014, 5′) di Anna Manzon e di Non aver paura! Donne che non si sono arrese (2009, 60′) di Cristina Monti alla presenza delle autrici.
Il programma della seconda edizione di Erre 70 si concluderà la settimana successiva, sabato 25 luglio 2015 alle ore 21,30, a Desertes (Cesana Torinese) con la proiezione di Fuga in Francia (1948, 104′) di Mario Soldati che, oltre a Oulx e in Valle Stretta, fu in parte girato proprio sui sentieri e nel rifugio Rocchette che conducono al Passo di Desertes.
ERRE 70 è incluso nella Rassegna Un Estate al Cinema III Edizione, in programma dal 17 giugno al 30 luglio 2015, organizzata dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema. L’ingresso a tutte le proiezioni è gratuito.
PROGRAMMA DI ERRE 70 2015 – SECONDA EDIZIONE
VENERDÌ 17 LUGLIO 2015
Ottopunti (2014, 55′) di Danilo Monte
Un documentario su Timothy Ormezzano, una delle tante vittime del G8 di Genova del 2001. Timothy, insieme al regista, 11 anni dopo quei tragici eventi torna a Genova per raccontare la sua vicenda, ma anche per raccontare la delusione di un’intera generazione. Il G8 di Genova del 2001 – dichiara il regista Danilo Monte – rappresenta uno spartiacque generazionale importantissimo per i ventenni che ci andarono e non solo. Esiste un pre-Genova: la speranza per il cambiamento, e un post-Genova: la disillusione traumatica. La storia di Timothy dice questo ed è emblematica per il profondo senso di impotenza che rivela. Hanno represso con inaudita violenza la voglia di cambiamento di una generazione intera, e oggi più che mai dobbiamo fare i conti con questo trauma dimenticato che ancora ci fa male.
SABATO 18 LUGLIO 2015
Prima che scenda la notte (2014, 5′) di Anna Manzon.
Uno sguardo sulle vicende partigiane dell’Alta Valle Susa e sulla tragica storia della staffetta Maria Teresa Gorlier attraverso il ricordo di testimoni.
Ma l’amor mio non muore (2007, 60′) di Claudio Di Mambro, Luca Mandrile, Umberto Migliaccio.
Attraverso le storie di vita di alcuni partigiani e partigiane che parteciparono alla Resistenza nella zona del Cuneese, si racconta quell’esperienza di ribellione e di lotta vissuta da una generazione cresciuta interamente durante il ventennio della dittatura fascista. Chi sono e come vivono oggi i protagonisti di allora, come leggono gli avvenimenti di quegli anni anche alla luce dei continui tentativi revisionistici e più in generale di fronte al crescente rischio dell’oblio? Essere partigiani e partigiane non vuol dire solamente aver vissuto un’esperienza di venti mesi di guerra civile, tanto che gli echi di quella storia risuonano ancora oggi sia nelle vite dei protagonisti di allora che nelle contraddizioni della contemporaneità.
DOMENICA 19 LUGLIO 2015
Prima che scenda la notte (2014, 5′) di Anna Mazzon.
Uno sguardo sulle vicende partigiane dell’Alta Valle Susa e sulla tragica storia della staffetta Maria Teresa Gorlier attraverso il ricordo di testimoni.
Non aver paura! Donne che non si sono arrese (2009, 60′) di Cristina Monti con Bianca Secondo, Caterina Costa Giacometti, Michelina Marietta, Ornella Terracini, Bianca Guidetti Serra, Alberta Aluffi, Rosina Adriano, Ornella, Mariangela, Cecilia, Maria Rosa, Wanda, Carmen, Rina, Pia, Luciana, Ida, Carla, Lidia.
Un documentario che racconta la fatica e la determinazione con cui le protagoniste della Resistenza, insieme ad altre donne più giovani, hanno lottato e contribuito alla conquista di diritti sociali e civili, dando così visibilità ad un pezzo della nostra storia recente, facendo emergere aspetti spesso assenti dal racconto della “grande storia”. Anziane ex-partigiane, donne lavoratrici e pensionate protagoniste delle lotte per i diritti hanno trovato, grazie all’esperienza dei laboratori teatrali, la forza per portare in scena le proprie drammatiche esperienze: quella che portano sulla scena è la loro vita, sono le lotte che hanno vissuto sulla propria pelle e che hanno generato quell’attitudine profonda a “non arrendersi” nell’affrontare l’esistenza.
SABATO 25 LUGLIO 2015
Fuga in Francia (1948, 104′) di Mario Soldati con Folco Lulli, Pietro Germi, Gianni Luda, Gino Apostolo, Cesare Olivieri, Mario Soldati, Rosi Mirafiore, Mario Vercellone, Giovanni Dufour, Enrico Olivieri.
A guerra appena finita, un criminale fascista su cui pende una taglia cerca di espatriare clandestinamente insieme al figlio, un bambino di dieci anni. Uccide una ragazza che lo aveva riconosciuto e poi con altri emigranti valica le Alpi in Val di Susa, ma quando già si crede in salvo viene arrestato al termine di una sparatoria in cui ferisce per errore il figlio. Nella stagione dei trionfi del neorealismo, Mario Soldati dimostra di essere un regista capace di realizzare film diversi da quelli “calligrafici” e “formalisti” fatti fino ad allora, amalgamando in modo gradevole umori diversi provenienti in parte dalla maniera neorealista, in parte dal noir americano, senza trascurare la confezione raffinata dello spettacolo “popolare”: il dialetto, le canzoni di montagna, i racconti della gente nelle osterie conferiscono verità e vivacità a tutta la vicenda.
Fuga in Francia non è il soggetto che volevo fare io. […] È stato un soggetto rimediato, arrangiato alla meglio, perché noi avevamo chiesto al produttore, che era Ponti, che ci mandasse, io, Flaiano e Musso, i tre sceneggiatori, a stare due mesi a Bardonecchia a inventare il soggetto, e a scriverlo. In fondo si trattava non so, di pagare alloggio e vitto a tre persone per due mesi. Non era niente, il produttore non si è sentito di fare questa spesa, e noi abbiamo dovuto inventare il soggetto alla meglio. E quando poi siamo andati a Bardonecchia per controllare quello che avevamo scritto, naturalmente era troppo tardi, e gli elementi avrebbero dovuto essere altri; un poco di quegli elementi che noi avevamo scoperto o avremmo voluto scoprire sono stati infatti adottati da Germi, il quale assunto da me come attore, venne a Bardonecchia e lì pensò, e scrisse: Il cammino della speranza, o almeno l‘ultima parte del Cammino della speranza: gli emigranti che passano la frontiera; per questo, concludo col dire che anche Fuga in Francia è stato il frutto di un compromesso e anzi direi di un grave, pesante compromesso. Mario Soldati, “Filmcritica”, n. 124, agosto 1962.